Filologo e linguista danese. Docente di Anglistica presso l'università di
Copenaghen dal 1893 alla morte, fu un profondo conoscitore della lingua inglese.
La sua
Grammatica inglese moderna (1909-49, 7 voll.) ebbe una larga
diffusione ed è tuttora considerata un'opera fondamentale nel settore.
Noto fonetista, fu tra i primi a proporre la trascrizione fonetica analfabetica
e svolse importanti ricerche sintetizzate nei volumi
Fonetica (1897-99) e
Manuale di fonetica (1904). Nel campo della linguistica teorica,
J. elaborò un'importante teoria dello sviluppo delle lingue,
basata su criteri di funzionalità e di semplificazione (teoria
successivamente ripresa da A. Martinet e integrata con il concetto di economia
linguistica). Il suo metodo di analisi nozionale delle categorie linguistiche,
fondato sull'analisi del significato di ciascuna di esse, è stato
recentemente rivalutato e utilizzato soprattutto dai teorici del
trasformazionalismo. Fra le numerose opere di argomento linguistico si
ricordano:
Il linguaggio (1922),
Filosofia della grammatica
(1924),
Sintassi analitica (1937),
Le cause dei mutamenti
linguistici (1941) (Rauders 1860 - Copenaghen 1943).